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Recensioni

Francesco Mastinu - scrittore

http://jfmastinu.wordpress.com

Ho avuto il piacere di leggere questa raccolta di racconti in anteprima, e volevo condividere con voi qualche riflessione al riguardo.

Trama: Cinque storie unite da un unico comun denominatore: il mistero della psiche umana e delle sue relazioni, in tutte le declinazioni possibili. Saranno le motivazioni della fuga, del proprio passato, del rimorso o della malattia, ma quello che i due autori raccontano rimane scandito nel tempo e marchiato a fuoco tra i pensieri. Perché il mistero è l’uomo, con tutte le sue contraddizioni. Cinque racconti dai connotati thriller, a volte a tinte noir o parodisticamente pulp, ma dal tratto inconfondibile del mistero psicologico che permea tutte le vicende raccontate.

Contenuti: I tratti esperienziali narrati sono diversi, alcuni in maniera piuttosto eloquente, altri invece in maniera implicita, utili a dare qualche input di riflessione veloce. Tra le righe ritroviamo la violenza, il tradimento verso la propria compagna e il senso di rivalsa o ancora l’inganno, la patologia e il senso di colpa. I testi toccano lo scibile umano, la psiche, i sentimenti comuni rendendo le storie realistiche e verosimili agli occhi del lettore. Un aspetto che comunque permea tutta l’opera è il report sulla figura femminile, nelle sue diverse sfaccettature, ai giorni nostri.
Un divenire, una donna che riesce a svincolarsi dagli stereotipi e che lotta per farsi accettare in ruoli guida, libera da inganni, vendicativa, forte. Emancipata. Un messaggio che, ancora oggi, è meritevole d’essere condiviso.

Forma e stile: Una forma sempre azzeccata, capace di suscitare interesse e suspense fino alla fine. Poche sono le occasioni in cui lo stile zoppica per errori o sviste, la narrazione appare sempre compatta, mai banale. L’unico testo che forse risente un po’ di una stanchezza è “Paga il tuo debito, detective Burn!” dove la storia funziona meno rispetto alle altre, diviene prevedibile, frutto di una idea canonicamente prevedibile che comunque rende l’idea di stanchezza generale nella narrazione e nel suo strutturarsi.

Riflessioni generali e giudizio: L’unica pecca che un po’ torna in quasi tutti i racconti, è la ricerca dell’esito positivo delle vicende, il lieto fine che permea le storie: i misteri si risolvono, così come i conflitti, e la vita riprende con naturalezza. Magari sarebbe servito, per spezzare il ritmo tra i testi, un finale aperto, o palesemente negativo, ma si tratta di opinioni, nulla di più.
Quello che di certo rimane è una raccolta di racconti ben curata, che si legge tutta d’un fiato e che lascia comunque una gradevole impressione sino alla fine. Di sicuro i personaggi femminili, con tutte le realistiche contraddizioni, sono quelli che emergono con maggior vigore e che rimangono impressi nella mente, anche dopo aver concluso la lettura.
Si tratta di cinque racconti soli, ma che nel loro piccolo narrano grandi emozioni, grandi vissuti. Una lettura da non perdere, di sicuro.

Maria Masella - scrittrice

http://www.mariamasella.it/

Il caffè mi piace corto, forte e nero; anche le storie.
Racconti noir: ho cominciato ad amarli da lettrice e continuo a frequentarli da scrittrice, a volte scritti soltanto per me sola.
Un noir breve è la forma ideale per raccontare, senza tanti fronzoli, inferni privati e sperimentare.
E i racconti della raccolta Febbre Gialla sono squarci di inferni privati; spesso inferni in cui le donne giocano da protagonista (fra parentesi l’unico che mi ha deluso è stato Burn, con protagonista maschile).
Donne: madri (a volte assenti e mitizzate), mogli, amiche, sorelle, amanti, assistenti, vicine di casa… Inquiete, manipolate e manipolatrici. Vittime e carnefici in ruoli che si ribaltano nel giro di poche righe.
Questo è il bello del racconto, la possibilità di giocare un’intera storia su un colpo di scena, uno solo, a condizione che sia buono e ben preparato. Nei racconti “Febbre Gialla” la condizione è soddisfatta.
Dopo una prima lettura, di corsa perché chi legge un racconto noir vuole arrivare al colpo di scena, si passa alla seconda e si apprezzano i dettagli: il dialogo surreale con la vicina e le descrizioni incrociate dei due uomini in “Ogni tuo desiderio”, molto bello! Le protesi mammarie in “Come Dio ti ha fatto”! Il chiacchiericcio di paese da sottofondo a “Grida silenziose” che avrei preferito più stringato e amaro…
Purtroppo non ho visto i disegni, ma le storie sono ben tagliate per sequenze visive. Nei prossimi lavori limerei un po’ di più, c’è qualche calo di tensione in “Progetto Brigitte” e “Grida silenziose”; consiglierei di osare, andando per flash anche senza spiegare tutto per filo e per segno.
Un appunto: il titolo! Anonimo e sballato. L’ho cambiato in “Inferni privati”.
Una prova sicuramente interessante e più che positiva, sarebbe sufficiente il primo racconto a garantirlo. (Non serve bere una bottiglia intera per capire se il vino è buono!)
Incoraggerei gli autori a continuare, se non sapessi che è superfluo: chi comincia a scrivere noir non riesce a smettere…

Simona Liubicich - scrittrice

http://simonaliubicich.blogspot.it

Premetto da subito che non sono una lettrice accanita di libri gialli: è difficile che ne acquisti uno, preferendo altri generi.
Ma, conoscendo Irene Pecikar e la sua scrittura, non ho potuto fare a meno di leggere questa raccolta di "chicche" che variano dal noir al giallo.
Non conosco Diego Zabot, ma so che hanno lavorato insieme alla stesura di questo libro che ho letteralmente divorato.
I racconti sono puliti, ti tengono inchiodata alla lettura, incapace di staccarti perché desideri conoscere come andrà a finire.
È un libro molto particolare, si denota già dal titolo, "Febbre gialla".
Un testo che racchiude storie non troppo lunghe ma dense di elettricità. Originale, una lettura sciolta, che si discosta dalla realtà ma con un intreccio dove niente appare come sembra. Irene e Diego ci conducono attraverso i meandri della mente umana, mostrandoci in maniera anche cruda come l'animo di ogni individuo possa nascondere ombre scure, nascoste agli occhi di tutti.
Le trame sono particolari, imprevedibili nel loro evolversi. Grattando sotto la superficie di una storia, sentimenti e ossessioni tramano nascosti, per svelarsi in modo spiazzante con lo stile tipico che conosco di Irene.
Storie belle, con intrecci che colpiscono e avvincono e finali per nulla scontati.
"Febbre gialla" è qualcosa di più di una semplice raccolta di gialli, è un'antologia che ci stimola a riflessioni profonde, a che cosa la mente umana riesce a elaborare.
In alcuni aspetti è addirittura surreale, ma sempre ben scritto e scorrevole.
I due autori possiedono grande padronanza nello stile che porta il lettore al termine delle storie con il fiato sospeso, negli epiloghi diversi tra loro ma ugualmente avvincenti.
Che dire di Irene e Diego? Non ci resta che attendere una loro nuova avventura, per farci travolgere ancora una volta dalla potenzialità narrativa di questa coppia di scrittori bravi e preparati.

Interviste

CartoonMag - http://www.cartoonmag.it

Irene Pecikar e Diego Zabot: tra scrittura e “Febbre Gialla”