Grida silenziose

L’ispettrice Giorgia Rossitti decide di prendersi finalmente una vacanza dall’afosa e soffocante Milano. Ritorna nel suo paese natale per l’occasione della festa del patrono. Mentre cerca di evitare un passato irrisolto, il medico che anni prima le ha distrutto il futuro viene ucciso tra la folla. E dal passato, grida silenziose che esigono vendetta si sollevano dalla cittadina.

Estratti

Nessuno riesce a staccare gli occhi dai fuochi pirotecnici.
Ha atteso il momento giusto, meditandolo da settimane.
Si avvicina. Gli occhi concentrati. La mano umida. Impugna con forza la pistola, nascosta sotto al giornale. Freme, ma sa che deve attendere l’istante preciso.
Un forte botto è il segnale. Sa che ne seguiranno altri due ravvicinati e fa fuoco. Il rumore riecheggia, rimbalzando ovunque. Lo spettacolo è terminato. Si allontana ancor prima che il corpo si accasci al suolo.

Il corpo dolorante. Per un istante, l’incertezza nel riconoscere il luogo. Poi ogni cosa riaffiora in un vortice di immagini che si affacciano alla mente. Il corpo esanime del dottor Bianchi riverso nel sangue. La madre in bilico tra la vita e la morte. L’adrenalina le dà una scossa che la percorre con forza.

Rimangono in silenzio per un po’. Seduti accanto come un tempo. Sfilano lungo il viale, le palme si susseguono, l’odore di mare penetra nelle narici. La città prende vita a quell’ora.
«Non dovevo tornare» afferma Giorgia, rompendo l’imbarazzo.
«Ma no, che dici?» si affretta a controbattere Massimo. «Sei a casa qui. Tra persone che ti vogliono bene», esita un istante per poi concludere, «non saresti mai dovuta partire».

«Non credere a tutto quello che senti, la realtà a volte non è come appare. Ci sono in giro individui che non hanno timore di Dio e che sono disposti a sacrificare anime innocenti per i propri fini».
«In alcuni momenti mi sembra di avvertire le loro grida silenziose» aggiunge fissandola negli occhi.

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